Quarzi e silicati dal monte Argentario

Il monte Argentario è un promontorio della provincia di Grosseto, al limite settentrionale della Tuscia. Esso si estende tra il litorale viterbese a sud e il parco nazionale delle isole toscane a nord, presenta una grande varietà di ambienti, flora e fauna caratteristica, una geologia molto varia e panorami da fare invidia alle più famose mete turistiche.

La parte di promontorio da me esplorata è quella meridionale, sono partito dalla località Terrarossa e percorrendo tutta la costa sono arrivato fino alla spiaggia davanti all'Isola Rossa, attraversando il paese di Porto Ercole.

L'area visitata da me nel promontorio dell'Argentario, nella costa sud occidentale.
L'area visitata da me nel promontorio dell'Argentario, nella costa sud occidentale.

La diversità geologica del monte Argentario è elevata: abbiamo principalmente rocce metamorfiche e sedimentarie, più antiche delle rocce che si incontrano normalmente nella Tuscia.

Le rocce più antiche che possiamo trovare sono gli scisti del Permiano che fanno da piattaforma a tutto il promontorio, che affiorano in alcuni punti; più recenti ci sono gli scisti e conglomerati quarzosi triassici "verrucano" e "anagenite", rocce sedimentario-metamorfiche costituite da ciottoli quarzosi cementati in una matrice micacea.

Affiora anche abbondantemente in tutto il promontorio il calcare cavernoso, datato Triassico-Giurassico: questa roccia è particolare perchè costellata da numerosissimi vacuoli, dove ogni tanto si possono trovare interessanti mineralizzazioni.

Sono presenti, in minore numero, calcari compatti cristallini, duri, datati a Triassico superiore.

Il monte Argentario è quindi un luogo molto particolare, geologicamente parlando, sede di grossi processi metamorfici.

Carta geologica del promontorio (fonte: ISPRA)
Carta geologica del promontorio (fonte: ISPRA)

La zona da me visitata (vedi foto in alto) è il tratto di costa che si affaccia davanti all'isola rossa, sul lato sud occidentale del promontorio. Qui affiorano direttamente sulla spiaggia gli scisti e le quarziti, mentre qualche decina di metri in più in altitudine abbiamo la formazione del calcare cavernoso.

 

L'ambiente, una volta arrivati sul posto, si rivela molto suggestivo: dal pelo dell'acqua si può osservare questo enorme muro di roccia che sembra "sciogliersi" e colare nel mare. La roccia è di colore chiaro ed è a tratti squarciata da affioramenti di quarzite bianca, lattea, opaca, con molte vene color ocra di ossidi di ferro.

 

Passando da una visione di insieme del luogo a una particolareggiata, avvicinandosi alla roccia si possono notare le particolari strutture presenti su queste "cascate" di quarzite: innanzitutto la frattura irregolare che il quarzo microcristallino ha, piuttosto della classica concoide che caratterizza il cristallo ben formato. In mezzo alle crepe e alle fessure si possono notare splendide mineralizzazioni di questo vetro naturale: piccole piramidi, limpidissime, perfette, non scheggiate, che si estendono come chiodini verso l'interno delle fenditure. E' un bellissimo spettacolo vedere questi cristalli perfetti che affiorano in un luogo così battuto dai turisti di estate e comunque sia molto frequentato dall'uomo.

Roccia costituente la parete di roccia quarzitica dove sono stati trovati i cristalli.
Roccia costituente la parete di roccia quarzitica dove sono stati trovati i cristalli.

I quarzi in questione si sono perfettamente conservati proprio per l'inerzia chimica che essi hanno naturalmente: la salsedine non può minimamente alterarli e la loro elevata durezza li protegge dai clasti della roccia calcarea, più tenera. Inoltre si può notare il fenomeno di erosione differenziale dei calcari e delle quarziti: quando i primi sono palesemente corrosi ed erosi dalle acque del mare, le rocce quarzose non sono minimamente danneggiate e rimangono sporgenti anche quando il calcare circostante è sparito: un ambiente così formato crea delle bellissime formazioni dalle forme e dai colori molto particolari.

 

Oltre che ai quarzi ho ritrovato altre specie mineralogiche, che ancora non ho perfettamente identificato: dei granati, associati agli stessi quarzi, e altri minerali di cui ancora non so il nome. L'Argentario è anche una zona metallifera, come del resto il sud della Toscana: è comune trovare in queste formazioni metamorfiche dei noduli, rossi o marroncini, costituiti da ossidi metalliferi (Fe e Mn, da quanto ho letto): infatti in tutta l'isola sono presenti cave di rame, ferro, mercurio e manganese.

 

 

Link utili per approfondimenti:

 

Approfondimento sul calcare cavernoso: LINK (pdf)

Geologia generale e attività minerarie: LINK

 

Fotografie ingrandite dei quarzi ritrovati.


Minerali ritrovati davanti all'Isola Rossa


Gruppi di granati e cristalli quarzo.



Altri esempi di granati e quarzi, limpidi o lattei.




Alcune delle più belle mineralizzazioni di quarzi (lattei e ialini) e granati. Tutti i cristalli vanno dai 4 mm ai 10 mm, su matrici dai 30 mm ai 100 mm.