Famiglia GLYCYMERIDIDAE


Riconoscere le conchiglie della famiglia Glycymerididae

 

La famiglia Glycymerididae fa parte della superfamiglia Arcoidea, insieme alle Arcidae e altre famiglie meno conosciute, che comprende alcuni dei gruppi che possiedono una cerniera tassodonte. Questi bivalvi sono molto comuni nei terreni terziari d'Italia come in quelli europei: basta guardare questa pagina (LINK) per accorgersi di quanto siano frequenti. La famiglia è conosciuta dal Giurassico1. Oggi questa famiglia comprende 45 specie secondo Wikipedia (LINK), ma afferma che sono distribuite in 4 generi; WoRMS ne segnala invece sei, quindi può essere che il numero di specie della famiglia è variato.

Questi bivalvi possono raggiungere dimensioni molto importanti (a cava Corazzano, sotto San Miniato, trovai una Glycymeris di ben 20 cm di diametro, pesante almeno 3 chili, purtroppo frammentata) e un guscio molto spesso: si conservano molto bene nei sedimenti argillosi o sabbiosi. Ci sono interi strati formati unicamente da queste conchiglie, spesso da un'unica specie, in posizione di vita o ancora chiuse. Insomma, i luoghi dove si possono trovare le Glycymeris sono tantissimi: ne ho trovate nelle argille blu di Vignola e in generale in tutto l'appennino tosco-emiliano; nelle arenarie di Sasso Marconi; a sud di San Miniato e nell'area di Orciano Pisano in Toscana; ovviamente anche nella Tuscia viterbese, nelle colline argilloso-sabbiose intorno a Tarquinia o Monteromano.

Distinguere le poche specie presenti nel terziario è relativamente facile: ci si appella soprattutto alla forma del profilo (se tondo, inflato, allargato in prossimità della cerniera..) e alla conformazione della cerniera (se divisa o continua). Nel Pliocene italiano, ma come in tutto il terziario, si possono distinguere le specie più comuni:

Glycymeris inflata: forma "gonfia" e angolosa, cerniera continua con denti piccoli

Glycymeris insubrica: forma quadrangolare smussata, cerniera continua con denti piccoli, area ligamentare che separa umbone e cerniera; sinonimi G. violascens, G. cor, G. nummaria.

Glycymeris bimaculata: ha la larghezza massima in corrispondenza della cerniera, che è continua; grosse dimensioni.

Glycymeris glycymeris: grande area ligamentare e cerniera fortemente divisa; forma rotonda non troppo irregolare; sinonimo G. pilosa.

Nel Miocene francese abbiamo 4 specie appartenenti al genere Glycymeris (sull'atlante chiamato Pectunculus):

- Glycymeris cor (sinonimo di Glycymeris insubrica)

- Glycymeris bimaculatus (o bimaculata)

- Glycymeris saucatsensis (molto simile a G. glycymeris, forse sinonimo)

- Glycymeris inflatus (o inflata).

Le Glycymerididae mioceniche francesi si trovano sull'atlante "Actes de la societèe linneenne" vol. 66.


Glycymeris insubrica, Miocene dell'Aquitania
Glycymeris insubrica, Miocene dell'Aquitania

Glycymeris insubrica

 

Queste Glycymeris insubrica del Miocene francese sono uguali a quelle che si trovano nel Pliocene italiano. Sull'atlante questa specie viene chiamata Pectunculus cor: il genere è diventato obsoleto nei tempi successivi e il nome è passato a Glycymeris cor. Oggi viene chiamata Glycymeris insubrica.

Questo bivalve è caratterizzato da una forma romboidale o rettangolare, comunque non rotonda come la congenere Glycymeris glycymeris: inoltre non ha la massima larghezza in prossimità della cerniera come Glycymeris bimaculata; non ha un profilo deformato e un dorso estremamente rigonfio da una parte come Glycymeris inflata. Inoltre la cerniera è continua e ha denti piccoli.

Il profilo di questa specie, almeno negli esemplari francesi, è variabile: alcune conchiglie hanno una forma molto rettangolare, equilaterale, dai bordi laterali quasi verticali e dal bordo ventrale poco arcuato; altri esemplari hanno una forma più obliqua, con uno dei lobi più allungato dell'altro e un umbone più slanciato e appuntito. Alcuni pezzi ricordano molto la forma dei Limopsis. La cerniera è continua, molto ristretta sotto l'umbone, dal quale è separata da un'area ligamentare ben visibile e attraversato da linee oblique diritte e convergenti verso la punta dell'umbone. L'interno della valva è crenulato sul bordo, la linea palleale è abbastanza distante dal margine ventrale e le impressioni muscolari sono diverse l'una dall'altra e ben visibili. Il dorso è attraversato da linee radiali visibili ma lisce al tatto e da linee di accrescimento concentriche, più marcate soprattutto verso il bordo.

Nel Miocene francese questa specie è segnalata nel Burdigaliano, Aquitaniano e Serravalliano. Altri giacimenti di questa specie sono nel Miocene di Portogallo, Austria, Italia, Marocco, Algeria, Libia, Egitto, Turchia, Baleari, Svizzera, Bulgaria e Transilvania; nel Pliocene e nel Pleistocene è presente in tutto il bacino mediterraneo. Attualmente vive nel nostro mare e le sue conchiglie sono un incontro comune sulla spiaggia, soprattutto nella riviera adriatica.


Glycymeris saucatsensis, Miocene dell'Aquitania
Glycymeris saucatsensis, Miocene dell'Aquitania

Glycymeris saucatsensis

 

Glycymeris saucatsensis assomiglia molto alle Glycymeris glycymeris del Pliocene italiano: forse è la stessa specie con un nome sinonimo oppure è una discendente miocenica. Dato che le altre specie mioceniche sono però le stesse delle plioceniche, penso sia più probabile l'opzione della sinonimia. Inoltre le conchiglie della specie attuale (G. glycymeris) sono molto simili.

Questo bivalve è caratterizzato da una forma ben rotonda, molto regolare, poco variabile. Può raggiungere grosse dimensioni (sull'atlante 100 mm di diametro, i miei esemplari misurano massimo 37 mm di diametro): se è veramente la stessa specie del Pliocene italiano, può raggiungere i 200 mm di diametro. La cerniera è molto possente e spessa, e i denti sono molto grandi e allungati. Al centro è interrotta (le due metà non si toccano) ma in alcuni esemplari sopravvive un piccolo tratto che la rende continua. L'area ligamentare è molto sviluppata, rigata da linee oblique convergenti all'umbone, il quale è di piccola dimensione rispetto la conchiglia. Il dorso è ornato da linee concentriche di accrescimento spesso molto calcificate e visibili, che coprono le linee radiali (soprattutto nei grandi esemplari), rendendole visibili solo verso il bordo.

Le differenze con le altre tre specie possono essere apprezzate guardando il profilo, che è uniformemente rotondo, poco irregolare e dove i lati della cerniera non formano angoli: al contrario, questa segue la forma rotonda senza deformarla. L'area legamentare è più alta e sviluppata che nelle altre specie tranne magari quella di Glycymeris bimaculata, che però ha la massima larghezza in corrispondenza della cerniera e si distingue bene. Il dorso è uniformemente bombato e non ha rigonfiamenti asimmetrici come in Glycymeris inflata; inoltre la conchiglia è pressochè equilaterale, a differenza di Glycymeris insubrica.

Segnalata nel Langhiano e nel Burdigaliano.