Famiglia CARYOPHYLLIIDAE


Riconoscere i coralli della famiglia Caryophillidae

 

Questi cnidari solitari hanno una forma a calice, conica, non schiacciata come per i Flabellum, e possono essere ornati da diversi pattern (liscio, con rugosità trasversali o con file di coste radiali), dal quale si può risalire alla specie. Sono abbastanza frequenti nei sedimenti pliocenici. Fino ad ora ho descritto due specie di questa famiglia, provenienti entrambe dal torrente Stirone.

Ho trovato questa pubblicazione (LINK) con la quale all'inizio ho cercato corrispondenze coi miei esemplari; anche questa (LINK) espone un po tutto il genere Caryophyllia. Voglio linkare infine un'altra pubblicazione che è stata fondamentale nella determinazione delle due specie qui descritte: LINK. Questo lavoro di Antonio Russo espone i ritrovamenti di coralli fossili abitanti di acque profonde e relativamente fredde del Pliocene inferiore in Italia settentrionale, in particolare in Emilia Romagna: i miei esemplari provengono proprio da li e grazie a questo lavoro ho potuto identificare questi due campioni.

Attenzione: il nome della famiglia non è da confondere con le Caryophyllidae (con una sola "i"), che è una sottoclasse di piante dicotiledoni.


Caryophyllia felsinea dal torrente Stirone
Caryophyllia felsinea dal torrente Stirone

Caryophyllia felsinea

 

C. felsinea è un bellissimo corallo di forma rotonda, abbastanza piccolo (credo che arrivino a 2-3 cm), solitario, dall'ornamentazione particolare.

Questo celenterato si può riconoscere principalmente dalla forma, la configurazione del calice e dei setti e l'ornamentazione del corpo. La forma, come detto prima, è rotonda più o meno regolare, ma comunque non ovaloide come il congenere C. zancleus; visto di lato, il corpo ha una forma conica, si allunga da un peduncolo ingrossato e termina in un calice piatto, il tutto ornato da coste abbastanza dritte e regolari che si uniscono ai setti sul bordo del calice. Un'altra caratteristica dell'ornamentazione è la presenza di minuscoli granuli sulla superficie del corpo, impercettibili ad occhio nudo, distribuiti nelle valli e nelle creste delle coste. Ultima caratteristica discriminante è la configurazione dei setti: tre piccoli setti si alternano in mezzo ad altri più grandi e sporgenti; formano quindi una serie di tre setti piccoli e uno grande, tutti abbastanza equidistanti. La columella centrale è formata da un'area ovaloide contenente delle protuberanze ondulate, molto sottili e fragili. Dalle foto, con qualche opportuna modifica, sono riuscito a mettere in risalto questo particolare che altrimenti si nota solo alla lente.

La dimensione dell'esemplare è di 14 mm di altezza per 10 mm di diametro del calice.

Non ho notizie riguardo la frequenza dei ritrovamenti di questo corallo: ho trovato la sua descrizione in questo documento (LINKche parla dei coralli dell'Italia settentrionale plio-pleistocenici, e contiene le immagini di questo celenterato apparentemente identico al mio esemplare: corrispondono i particolari dei setti, la forma del corpo e l'ornamentazione. E' segnalato nella parte superiore del Pliocene inferiore e i ritrovamenti si riferiscono a Quattro Castella (RE) e Maiatico; il mio esemplare proviene dal torrente Stirone, tuttavia dai dati da me raccolti mi risulta che la sequenza stratigrafica di questo fiume sia continua almeno dal Miocene superiore fino al Pleistocene, è quindi un punto in più a favore di questa identificazione.

Comunque sia non posso avere la certezza che questo esemplare sia veramente il cnidario descritto nel documento che ho linkato, ma l'aspetto molto simile e la provenienza compatibile mi da un buon margine di sicurezza.

 


Caryophyllia zancleus dal torrente Stirone, Pliocene
Caryophyllia zancleus dal torrente Stirone, Pliocene

Caryophyllia zancleus

 

C. zancleus è un corallo solitario, dalla forma conica e il calice ovaloide, ornato da coste ben marcate e diritte.

Le caratteristiche che mi hanno portato alla differenziazione delle due specie qui rappresentate (un esemplare ciascuno) sono la forma del calice, che in C. zancleus è ovale e in C. felsinea è rotondo, l'ornamentazione molto più marcata nella prima e la diversa configurazione dei loro setti.

Questo cnidario ha una forma conica inclinata, e il corpo ha dei ripiegamenti di accrescimento tipici degli esemplari maturi (il corallo è lungo infatti 23 mm); questo è ornato da grosse linee equidistanti e ben marcate, molto visibili, più di quelle di C. felsinea. E' presente anche qui una granulazione che però è meno evidente e marcata, e la si nota soprattutto nell'area del peduncolo: nel corpo è quasi assente. Il calice (di dimensioni 13x11 mm) è ovaloide, e presenta dei setti in una configurazione leggermente differente da C. felsinea: sempre tre piccoli setti in mezzo ad altri più grandi ma sembrano molto più profondi e sviluppati; forse questo è derivato dalla differente età dei due coralli. Comunque sia, il calice ovale è differente da quello rotondo della prima specie. La decorazione interna dei setti sembra invece una caratteristica in comune alle due specie, forse è propria di questo genere.

Sfogliando pubblicazioni online riguardo al genere Caryophylla nel Mediterraneo, mi è capitata questa (LINK) che parla di coralli recuperati a nord della Spagna, nell'oceano Atlantico, e mi sono detto che se nel Pliocene il nostro mare è risultato più freddo, può essere che questi coralli lo abbiano colonizzato; inoltre un immagine di C. sarsiae ha catturato la mia attenzione perchè estremamente simile al mio esemplare. Tuttavia (escludendo sinonimie) penso che questa specie non sia quella cercata, o al massimo sia la "versione" moderna della specie pliocenica che possiedo.

Questo esemplare proviene dal torrente Stirone, e il documento che ho linkato all'inizio (che parla dei coralli pliocenici) lo inserisce nel Pliocene inferiore.