Famiglia CARDIIDAE


Riconoscere le conchiglie della famiglia Cardiidae

Strutture della cerniera riportate in "Actes de la societèe linneenne" vol. 65, usati per la determinazione.
Strutture della cerniera riportate in "Actes de la societèe linneenne" vol. 65, usati per la determinazione.

Cardiidae sono dei molluschi dall'aspetto molto familiare: impossibile non averne visto nemmeno uno su una spiaggia o su qualche illustrazione riguardante le conchiglie. Sono caratterizzati da una forma generalmente rotonda, che può essere più o meno obliqua o distorta: di solito il rapporto altezza/larghezza è vicino all'unità. Possono presentare diversi tipi di decorazione: coste semplici, tubercoli, spine (anche molto lunghe) o lamelle. Le dimensioni dei Cardiidae variano da medio-grandi a piccole, così come la robustezza dei loro gusci.

 

Nel Miocene francese possiamo trovare specie molto vicine tra di loro, che spesso portano in confusione: hanno profili, decorazioni e dimensioni molto simili. Il testo di riferimento suddivide il genere Cardium in 8 sottogeneri (i quali sono oggi generi a sè stanti):

- sottogenere Cardium s. str.: valve spesse, globose e pressochè equilaterali, presentano coste radiali spinose o tubercolose il quale numero è un carattere di riconoscimento delle varie specie. Cerniera: cardinali "3a", "3b" e "2" appuntiti, "4b" più smussato ma ben formato, tutti e quattro disposti a croce di Sant'Andrea. Laterali "A1" e "P1" lamellosi, sempre più allungati di "AIII" e "PIII"; "AII" e "PII" sporgenti ed intagliati sulla loro faccia inferiore.

- sottogenere Ringicardium: presenza di un bisso, quindi le valve sono più socchiuse nella parte posteriore; "3a" e "3b" sporgono di sbieco per la presenza di un piccolo tramezzo più basso delle loro altezze, formante una sorta di collo tra le due fossette "4b" e "2", inegualmente profonde. "AIII" poco meno allungato di "AI". Stessa ornamentazione di Cardium s. str.

- sottogenere Trachycardium: valve chiuse e dissimmetriche. Ornamentazione caratterizzata da coste lateralmente carenate, con denti da sega o perforazioni su queste carene soprattutto sulla parte posteriore, che in quella anteriore si trasformano in papille. "3a" è molto più piccolo di "3b" e si allinea generalmente contro il bordo posteriore. "2" e "4b" isosceli; "PIII" di solito più visibile.

- sottogenere Parvicardium: taglia piccola, forma obliqua e richiusa, coste papillose. La cerniera è un poco ciclodonte: "PII" è obsoleto, la ninfa ligamentare è minuscola.

- sottogenere Plagiocardium: conchiglia obliqua, a coste poco prominenti e granulose o ornate di peduncoli triangolari. Cerniera poco spessa: "3a" poco distinto, "4b" piccolo e allungato contro la ninfa ligamentare, "AI" e "PI" pressochè uguali a "AIII" e "PIII"; "AII" e "PII" molto inequidistanti, ninfa lunga e arrotondata; bordi dentellati posteriormente.

- sottogenere Loxocardium: conchiglia poco obliqua, inequilaterale, tronca nel lato anale, ornata da coste appiattite sulle quali insistono lamelle trasverse, a forma di accento circonflesso; cerniera poco ciclodonte, dal piano cardinale molto stretto. "3a" e "3b" giustapposti, "2" e "4b" minuscoli, non isosceli; "AI" e "PI" poco più lunghi di "AIII" e "PIII" che sono in generale poco più sporgenti; "AII" e "PII" lunghi e prominenti; ninfa lunga e poco distinta dal bordo. La depressione anale forma un rigonfiamento molto visibile all'interno delle valve; forte crenulatura su tutta la lunghezza del bordo.

- sottogenere Laevicardium: conchiglia obliqua e subtrigonale verso l'umbone, non tronca posteriormente, generalmente poco convessa, a superficie liscia e lucida; le coste obsolete sul tratto lucido sono più in rilievo verso i bordi anale e boccale, ma producono comunque delle crenulature verso la commissura della valva. Cerniera larga, spesso fortemente compressa verso il bordo inferiore. "3a" giustapposto a "3b", ma molto più piccolo e soprattutto più corto della metà. "2" e "4b" sono molto ineguali. "AI", "PI", "AII", "PII" sono molto sporgenti e inclinati; "AIII" è molto più corto e meno prominente, "PIII" è pressochè invisibile. Impressioni muscolari ben visibili, pressochè uguali, riunite da una linea palleale molto distanziata dal bordo.

- sottogenere Cerastoderma: forma trasversa, più o meno obliqua, ornata da coste arrotondate o appiattite, allargate o affievolite posteriormente, munite di crenulature trasversali. Cerniera poco ciclodonte sulla valva destra dove "3a" e "3b" sono giustapposti, poco più ciclodonte sulla valva sinistra dove "2" e "4b" sono pressochè sovrapposti di sbieco; lamelle laterali grosse e inequidistanti, ninfa sporgente larga e corta.

 

Da questa chiave di identificazione si può dedurre che i caratteri morfologici per la differenziazione dei sottogeneri sono la forma, la conformazione della cerniera e alcuni parametri delle coste radiali. Inoltre, all'interno del vasto sottogenere Cardium s. str., occorre contare le coste radiali.

Purtroppo io possiedo solo forme giovanili di questi bivalvi, esemplari che misurano dai 6 ai 10 mm più qualche altro di 14 o 16 mm: questo è molto problematico, perchè le forme giovanili come ho potuto constatare non hanno i caratteri diagnostici che sviluppano gli adulti, ed è quindi una vera tortura cercare di classificarli. Per questo, nelle schede sottostanti, molti esemplari verranno indicati come "confronto" e prego il visitatore di dare più peso alla descrizione a parole più che alle immagini delle specie.

Inoltre, come ci si può immaginare, classificare una famiglia come quella dei Cardiidae con un testo in francese datato già 100 anni è un ulteriore fatica, dato che molti termini non si riescono a tradurre, ci sono molte frasi vaghe e soggettive, le immagini sono sbiadite e non permettono di apprezzare a volte nemmeno il profilo del mollusco. Ad aggiungersi alla lista delle cose che confondono, ci sono i risultati web: il più eterogenei e contraddittori possibili, come ci si aspettava. Quindi, per usare questa sezione, ci si attenga alle descrizioni (che ho preso e tradotto dall'atlante usato) che si riferiscono alle forme adulte.

Le informazioni per classificare i Cardiidae francesi si trovano in "Actes de la societèe linneenne", volume 65.


Cardium cfr. leognanense, Miocene dell'Aquitania
Cardium cfr. leognanense, Miocene dell'Aquitania

Cardium cfr. leognanense

 

Cardium leognanense è un Cardiidae dalla taglia abbastanza piccola: il mio presunto esemplare misura 9 mm, mentre l'atlante di riferimento indica un diametro antero-posteriore di 14 mm. La sua forma è orbicolare, leggermente trasversa, abbastanza bombata e poco inequilaterale.

Il lato anteriore è leggermente più corto di quello posteriore, e sono entrambi regolarmente arcuati e raccordati verso il bordo palleale. Il lato posteriore è un po più espanso e protratto verso l'esterno rispetto all'anteriore, quanto basta per renderla leggermente inequilaterale. L'atlante indica che questa specie può presentare il lato posteriore anche subtroncato, tuttavia sempre dolcemente raccordato con gli altri lati. Gli umboni sono piccoli e poco rigonfi, situati poco avanti alla linea mediana. Il bordo superiore è poco arcuato ma non orizzontale, pressochè simmetrico rispetto l'umbone. La superficie dorsale è ben convessa, un po più depressa nella regione anale. Su di essa insistono dalle 17 alle 19 coste radiali: nel mio esemplare in foto ne conto 23, un'anomalia rispetto a quello che c'è scritto sull'atlante, tuttavia gli altri caratteri sono confermati e le specie che possiedono questo numero di coste hanno caratteristiche molto diverse (come il bordo posteriore tronco, o un diverso profilo). Le coste sono triangolari arrotondate, più spesse degli interstizi che le dividono. Nel mio esemplare sembrano invece più o meno simili come larghezza. Sulla superficie delle coste, al centro, insistono dei peduncoli che sono cavi nella loro faccia anteriore e sono più appuntiti e sporgenti nelle coste anali piuttosto che in quelle anteriori. Tra le coste ci sono linee di accrescimento curve e molto fini.

La cerniera è composta così: il cardinale "3a" è perpendicolare sotto l'umbone, il "3b" è ortogonale e piccolo. AI e PI (i due laterali inferiori) sono molto più sporgenti e allungati di AIII e PIII (i laterali superiori). La ninfa ligamentare è appiattita, trapezoidale e molto corta. Il cardinale "2" è perpendicolare, "4b" è esile e obliquo. AII e PII (i denti laterali della valva sinistra) sono equidistanti, corti e sporgenti, intagliati sulla loro faccia inferiore per l'alloggio dei laterali della valva destra.

Si potrebbe confondere con altre specie che hanno il lato anale non tronco, come Cardium burdigalinum: in forma adulta è immediata la distinzione, infatti quest'ultima ha i caratteristici bargigli laterali e i tubuli; in forma giovanile si possono confondere, ma ci si deve ricordare che ha più coste (23 contro le 17-19 di C. leognanense) e che hanno cerniere diverse e una disposizione molto diversa delle coste.

La classificazione dell'esemplare in foto non è sicura per vari motivi. Innanzitutto il numero di coste, che l'atlante sottolinea essere un carattere diagnostico (e quindi fisso): infatti nella descrizione della specie sono 17-19 mentre nel mio esemplare sono 23; si potrebbe ipotizzare che l'esemplare raffigurato possa essere un Cardium burdigalinum, ma è troppo differente anche per l'eccessiva larghezza e le coste tutte uguali tra di loro. Un altro problema è che, data la piccola dimensione del pezzo, non riesco a liberare la cerniera dai detriti per verificare se sia compatibile.

Questa specie è segnalata nel Burdigaliano e nell'Aquitaniano.


Cardium sallomacense, Miocene dell'Aquitania
Cardium sallomacense, Miocene dell'Aquitania

Cardium sallomacense

 

Mollusco di taglia medio-piccola (dimensioni in letteratura di circa 20 mm), ha una forma convessa e orbicolare, arrotondata, con il lato posteriore subtronco e quasi rettilineo e lato anteriore molto ben arcuato, raccordato dolcemente con il margine palleale, il quale si raccorda con il lato posteriore con un angolo anch'esso molto arrotondato. Anche il bordo cardinale risulta ben rotondo e convesso, sporgente verso l'esterno; l'umbone risiede circa nella metà della larghezza della valva ed è abbastanza grande.

La superficie dorsale è regolarmente bombata, leggermente depressa nella regione anale come molte delle specie di questo genere; è ornato da 26 coste radiali pressochè uguali agli spazi intercostali, i quali sono marcati da strie di accrescimento fitte che salgono sui fianchi delle coste stesse, ornandole in parte, ma senza attraversarle completamente. Sopra queste coste sono presenti delle papille arrotondate che, con l'usura, prendono la forma di piccoli crateri.

La cerniera è bella spessa in confronto alla taglia del bivalve. E' composta in questo modo: "3b" è perpendicolare sotto l'umbone, "3a" è arrotondato ed ortogonale. AI e PI sono più sporgenti dei "compagni" AIII e PIII. La ninfa ligamentare è piatta e corta. "2" e "4b" sono pressochè isosceli, AII è sporgente e ben visibile mentre PII è obsoleto, poco sviluppato.

Si potrebbe confondere con la specie Cardium saucatsense: le principali differenze sono nel profilo, infatti quest'ultima è più alta che larga, mentre la specie qui descritta ha un rapporto larghezza/altezza pari circa a 1. Un'altra differenza sta nella dimensione degli interstizi: questi sono larghi la metà delle coste nella specie C. saucatsense (a parte che nell'area anale). Ancora, le linee di accrescimento hanno una disposizione diversa, infatti su C. saucatsense non arrivano fino ai fianchi delle coste ma si mantengono nell'interstizio. In ultimo, la cerniera è diversa: ad esempio, il dente PII è obsoleto in C. sallomacense ed è invece sporgente (come il compagno AII) in C. saucatsense.

Ci sono altre specie dal bordo anale tronco che però si distinguono facilmente, come Cardium vidali che però ha solo 18 coste, o altri che hanno una forma completamente diversa, come Cardium fragolinum.

Segnalata nel Serravalliano.


Cardium pelouatense, Miocene dell'Aquitania
Cardium pelouatense, Miocene dell'Aquitania

Cardium pelouatense

 

Cardium pelouatense è un'altra specie di questo genere di taglia medio-piccola (dimensioni in letteratura di 13-15 mm, i miei esemplari misurano 8,5 e 7 mm) dal guscio poco spesso e dalla forma ben arrotondata; a differenza di altre specie non ha il bordo posteriore tronco ma ben arcuato e raccordato con il bordo palleale, ovaleggiante, donando al profilo una forma pressochè rotonda. Il lato anteriore è leggermente più corto di quello posteriore. La conchiglia è leggermente inequilaterale, infatti gli umboni sono un po spostati rispetto la linea mediana. Il dorso bombato e convesso si appiattisce in prossimità della regione anale; è solcato da 20 coste dal profilo triangolare, percorse da papille abbastanza regolari che nella parte anale delle costole diventano più sporgenti. Le coste sono leggermente più larghe degli interstizi, nei quali corrono linee di accrescimento molto fini arcuate che salgono fino al fianco delle coste.

La cerniera è composta in questo modo: "3a" e "3b" sono molto divergenti, separati dalla fossetta di "2". AI e PI molto sporgenti, più lunghi di AIII e PIII; "2" più perpendicolare, più allungato di "4b" che è contiguo alla ninfa abbastanza allungato. AII e PII muniti di un intaglio profondo per l'alloggiamento dei laterali opposti.

Cardium pelouatense si distingue da molte altre specie per il lato posteriore non tronco: ad esempio C. sallomacense, C. saucatsense, C. girondicum e C. vidali sono specie molto simili che non hanno questa caratteristica, quindi si differenziano bene. Una specie confondibile è C. burdigalinum, che però ha una forma più larga che alta, mentre la specie qui descritta è leggermente più alta che larga; inoltre il numero di coste, 20 in C. pelouatense e 22-24 in C. burdigalinum. Altro carattere distintivo è il profilo delle coste, che variano da quadrate a triangolari in quest'ultima mentre sono tutte triangolari nell'altra; c'è poi la cerniera, che presenta configurazioni diverse.

Si trova nel piano Burdigaliano.

Si distingue dalle altre specie per il numero di coste (che può far escludere altre specie simili che ne hanno di più, come 26, o meno, come 17-18) e dal profilo rotondo non tronco, oltre che dalle dimensioni e in piccola parte dalla cerniera.


Cardium burdigalinum (giovanile), Miocene dell'Aquitania
Cardium burdigalinum (giovanile), Miocene dell'Aquitania

Cardium burdigalinum

 

Questo caratteristico mollusco ha una forma ben arrotondata, convessa, orbicolare, leggermente più larga che alta; il lato anteriore è ben arrotondato mentre quello posteriore lo è leggermente meno, e presenta un raccordo più angoloso con il bordo cardinale; questa irregolarità genera un tratto quasi rettilineo. Il lato posteriore non è tronco. L'umbone è rivolto leggermente verso la parte anteriore (prosogiro) ed è abbastanza sporgente, mentre il bordo palleale è anche esso ben arcuato e perfettamente raccordato con il lato anteriore.

Il profilo del dorso è ben convesso nella parte mediana mentre ai bordi diventa abbastanza rettilineo. La superficie esterna è ornata dalle 22 alle 24 coste radiali e le loro sezioni variano a seconda della loro posizione: quadrate sulla regione postero-mediale, gradualmente inclini a diventare triangolari in avanti, dove sono più lontane, mentre nella parte posteriore sono armate di sporgenze allungate e tubulate; sul lato anteriore e verso la regione palleale, esse portano piccole e strette merlature allungate lateralmente, lamellose. Le impronte muscolari sono abbastanza grandi, simili tra di loro, arrotondate.

La cerniera è così composta: mediocremente spessa, presenta i cardinali "3a" e "3b" appuntiti, riuniti da un setto sotto l'umbone, "3a" disposto per sbieco in basso a "3b". AI e PI più sporgenti e triangolari di AIII e PIII. "2" e "4b" appuntiti e ben separati dalla fossetta che ospita "3b". AII e PII abbastanza sporgenti, circa equidistanti. La ninfa è piatta, larga e corta.

Le dimensioni possono arrivare ai 60 mm, ma i miei esemplari non superano i 15 mm. Segnalato nel Burdigaliano e nell'Aquitaniano.

Le specie confondibili con questa sono relativamente poche; la inserisco nel "gruppo" delle specie che hanno un lato seghettato, del quale fanno parte anche Cardium hians (che però ha un profilo più allungato in direzione laterale, meno coste molto più in rilievo ed è spinoso), Cardium darwini (molto spinoso e dalle coste molto più marcate) e Cardium grateloupi (dal profilo deforme e più largo).


Elenco delle specie presenti nel Miocene dell'Aquitania


SPECIE

Cardium aculeatum

Cardium paucicostatum

Cardium girondicum

Cardium leognanense

Cardium vidali

Cardium pelouatense

Cardium turonense

Cardium saucatsense

Cardium sallomacense

 

Cardium (Plagiocardium) degrangei

 

Cardium (Loxocardium) minervae

 

Cardium (Cerastoderma) basteroti

N° COSTE

20

15

21-22

17-19

18

20

16-17

26-27

26

 

34-36

 

circa 50

 

26

Cardium (Trachycardium) polycolpatum

Cardium (Trachycardium) fraternum

Cardium (Trachycardium) pallasianum

 

Cardium (Parvicardium) papillosum

Cardium (Parvicardium) benoisti

Cardium (Parvicardium) sonense

Cardium (Parvicardium) fragolinum

 

Cardium (Ringicardium) grateloupi

Cardium (Ringicardium) burdigalinum

Cardium (Ringicardium) darwini

Cardium (Ringicardium) hians

Cardium (Ringicardium) kunstleri

 

Cardium (Laevicardium) pantecolpatum

Cardium (Laevicardium) leptocolpatum

Cardium (Laevicardium) gallicum

Cardium (Laevicardium) biali

55-58

40

55

 

22-24

28-30

24

27-29

 

20

22-24

15-18

15

14-15

 

45

più di 60

circa 40

moltissime


Discors discrepans

Discors discrepans var. herculea

 

Discors aquitanicus


Nemocardium sp.