Famiglia TURRITELLIDAE


Riconoscere le conchiglie della famiglia Turritellidae

 

Le turritelle sono conchiglie quasi inconfondibili: a forma di torre, con un angolo all'apice molto acuto, ornate da coste spirali che solcano i numerosi giri dai quali sono composte. Le turritelle, in ambito paleontologico, sono molto comuni soprattutto negli ambienti pliocenici e pleistocenici: si trovano quindi in tutta Italia, nelle argille e nelle sabbie, in rocce formatisi in ambienti poco profondi o nelle argille o torbiditi di profondità.

Ci sono molte specie di turritelle nella malacofauna italiana, e si differenziano grazie alla loro ornamentazione, la forma della bocca, l'angolo all'apice e la dimensione. La più comune è forse Turritella tornata; seguono le altrettanto comuni Haustator vermicularis e Turritella tricarinata.

Si potrebbero confondere con alcuni Epitoniidae o Terebridae ma la scultura e la forma dei giri è una particolarità di questa famiglia ed è tale da permetterne il riconoscimento a colpo d'occhio.


Turritella tricarinata cfr. tricarinata, torrente Stirone
Turritella tricarinata cfr. tricarinata, torrente Stirone

Turritella tricarinata cfr. tricarinata

 

Questi esemplari provengono dall'alveo del torrente Stirone, molto probabilmente in una sequenza stratigrafica risalente al Pliocene superiore, ne parla diffusamente questo articolo LINKaltri esemplari vengono da Vignola (MO), argille azzurre del Piacenziano.

Questa turritella è ornata da 3 file principali di cordoni, dei quali il centrale è più marcato; queste decorazioni dividono in tre parti quasi uguali la larghezza del giro. Mi sembra di intravedere, nei giri più grandi vicini alla bocca, un quarto cordoncino verso l'estremità anteriore del giro stesso. In mezzo a queste costole principali ci sono finissime e impercettibili linee spirali. Le suture sono abbastanza marcate e profonde. Dimensioni: lunghezza 25 mm, larghezza 8 mm.

Purtroppo l'esemplare in mio possesso è mancante della bocca e della protoconca, ma posso dire grazie alla pubblicazione che ho linkato che ha la bocca di sezione quadrangolare e l'apice molto appuntito.

Questo nome è usato anche come sinonimo di Turritella cingulifera, specie attuale che vive nell'indopacifico e in Australia, ma non è da confondere con la specie qui descritta (istituita da Brocchi).


Turritella subangulata, Quattro Castella (RE)
Turritella subangulata, Quattro Castella (RE)
Apice di Turritella subangulata, Vignola (MO)
Apice di Turritella subangulata, Vignola (MO)

Turritella subangulata

 

Questa turritella è caratterizzata da una scultura spirale in rilievo, costituita da un cordone più sporgente al centro del giro e altri 4-5 sopra e sotto questo cordone principale: la forma ottenuta è spigolosa e con la sutura tra ogni giro poco profonda. La forma generale del mollusco è conica regolare, anche se i miei esemplari non possiedono l'apice posso dire che questo ha un angolo molto acuto anche se la conchiglia è più "panciuta" delle altre specie congeneri. La bocca ha una sezione quadrangolare. L'esemplare proveniente da Quattro Castella ha dimensioni di 35 mm di lunghezza e 14 di larghezza.

Abbastanza diffusa nel Pliocene italiano, ho trovato questa conchiglia anche a Marano sul Panaro, nell'alveo del fiume dove affiorano le argille blu, insieme a innumerevoli anellidi (Ditrupa e altri serpulidi), Corbula gibba, Aequipecten opercularis, insomma in un ambiente di deposizione abbastanza fangoso e profondo (le argille, essendo sedimenti molto fini, possono depositarsi solo nella tranquillità delle profondità marine).

Turritella subangulata è sinonimo di Turritella spirata, o Archimediella spirata, e viene ad esempio riportata con questo nome sul documento "Stratotipo piacenziano" di Caprotti (LINK)


Haustator vermicularis, Marano sul Panaro, Pliocene
Haustator vermicularis, Marano sul Panaro, Pliocene

Haustator vermicularis

 

Questa massiccia turritella ha una forma conica regolare, con suture tra i giri molto morbide e poco profonde, ed è ornata da 4-5 coste spirali ben marcate tutte all'incirca uguali l'una con l'altra. In mezzo a queste coste corrono finissime linee spirali (3-4 ogni spazio intercostale), quasi impercettibili. Ha bocca e profilo dei giri quadrangolare. Può raggiungere grandi dimensioni: un Haustator vermicularis di Tarquinia è la turritella più lunga che abbia mai trovato, con la dimensione di 8 cm (non essendo completa sarebbe arrivata secondo me anche a 10 cm).

Si trova in tutta Italia, dove è abbastanza comune nelle argille plioceniche o nelle sabbie calcaree. L'ho trovata, oltre che a Marano nel Panaro e a Tarquinia, anche a Vignola ma purtroppo solo pochi frammenti che però, grazie all'inconfondibile decorazione, mi hanno permesso di classificarla.


Turritella tornata, Marano sul Panaro, Pliocene
Turritella tornata, Marano sul Panaro, Pliocene
Turritella tornata, Vignola (MO)
Turritella tornata, Vignola (MO)

Turritella tornata

 

Questa turritella è tipica di molti giacimenti pliocenici italiani: ho trovato questa specie nella Tuscia viterbese e nell'appennino emiliano ma si trova in molte argille o sabbie di diverse regioni del paese.

Ha una forma conica con suture morbide, poco visibili, che accentuano la regolarità di questa conchiglia. La decorazione è costituita da righe spirali molto fitte, ben definite ma meno visibili di quelle delle altre specie. E' abbastanza massiccia e robusta. Ha la bocca (come tutti i giri del corpo) di sezione quadrangolare.

A volte si potrebbe confondere con Haustator vermicularis: infatti capita di trovare esemplari di quest'ultima specie abbastanza erosi con le caratteristiche coste marcate che sono invece morbide e "piatte": una differenza tra le due specie è che in T. tornata la parte più larga del giro, cioè il suo rigonfiamento, si trova nella parte iniziale dello stesso (si vede bene nella prima foto della galleria) mentre in H. vermicularis è centrale ma molto poco visibile perchè privo di rigonfiamenti: ha infatti l'andatura del lato del corpo molto rettilinea e regolare, al contrario di T. tornata che è più vicino a un dente di sega. Questa bombatura non è però così accentuata come in T. aspera, infatti T. tornata appare dai lati molto più rettilinei rispetto a quest'ultima specie. Un'altra caratteristica importante è che la specie qui descritta ha molte linee spirali fini e fitte, mentre H. vermicularis ha 3-4 coste spirali più grosse e larghe delle altre, che spiccano sullo sfondo di righe molto sottili.



Turritella aspera

 

Turritella aspera appare sotto mille sembianze sul web: alcune immagini mostrano conchiglie con giri diritti, altre bombati, altre con finissime linee spirali e altre con solo 3-4 coste molto marcate.

Mi sono fidato del controllo incrociato tra due documenti, e la loro corrispondenza mi ha dato un po di sicurezza: innanzitutto c'è l'esemplare che su "Stratotipo piacenziano" di Caprotti è indicato come Turritella aspera, molto simile al mio reperto anche se l'immagine non è delle migliori. Ho poi controllato su questo sito (LINK), un museo online di paleontologia spagnolo che raccoglie alcune conchiglie terziarie: qui appare una Turritella aspera praticamente identica come scultura e forma dei giri al mio esemplare.

La chiave di identificazione è come sempre la forma e la decorazione del giro: T. aspera presenta dei giri convessi e bombati, con la parte più larga all'inizio dello stesso, circa a un terzo della lunghezza, che da un effetto visivo di slancio diverso dalle altre turritelle che hanno giri piatti o comunque bombati al centro. La costolatura è costituita da una serie di linee spirali marcate, equidistanti e tutto sommato regolari, che si incrociano a linee di accrescimento arcuate (si nota bene nella foto, dove l'esemplare è molto grande, circa 15 mm di diametro): diciamo che le sue coste potrebbero essere una via di mezzo tra quelle fini e regolari di Turritella tornata e quelle grosse, marcate e altrettanto regolari di Haustator vermicularis.

L'esemplare in foto è stato trovato a Vignola (MO), nelle argille azzurre del Piacenziano.