Ordine SCLERACTINIA


Riconoscere i coralli dell'ordine Scleractinia

Sezioni di Cladocora caespitosa provenienti da massi portati dall'uomo vicino alla stazione di Tarquinia (VT)
Sezioni di Cladocora caespitosa provenienti da massi portati dall'uomo vicino alla stazione di Tarquinia (VT)

Ho deciso di raggruppare un ordine intero in questa sezione per due motivi: per primo, non ho ancora trovato altre specie di coralli apparte i pochi qui sotto descritti, ed espanderli in famiglie mi sembrava inadatto; secondo perchè Cladocora caespitosa, il corallo più numeroso e comune che si trova nella Tuscia, non ha una famiglia adatta a sè, è quindi un incertae sedis all'interno dell'ordine Scleractinia.

Questo ordine, branca della sottoclasse Hexacorallia, raggruppa tutte le madrepore: è molto esteso e comprende forme molto diverse, dai coralli cervello a quelli a "mensola". Gli esacoralli, come dice il nome, hanno una simmetria interna radiale in ordine 6 o multipli di 6, a differenza degli ottocoralli che hanno una simmetria in base 8.

Qui nella Tuscia, come detto prima, ho praticamente trovato solo Cladocora caespitosa in quantità molto abbondanti e in forme sempre diverse; ho trovato anche un piccolo corallo solitario, che parrebbe essere un Flabellidae, in un sabbione poco fuori Tarquinia, ma devo ancora classificarlo.

 

Nella foto si può notare la simmetria dei setti degli Hexacorallia: se si contano, sono proprio in multipli di sei.


Cladocora caespitosa, Macchia della Turchina (Monteromano, VT)
Cladocora caespitosa, Macchia della Turchina (Monteromano, VT)
Cladocora caespitosa, Macchia della Turchina (Monteromano, VT)
Cladocora caespitosa, Macchia della Turchina (Monteromano, VT)
Porzione di un masso di circa 10kg completamente costituito da Cladocora caespitosa (valle del Mignone)
Porzione di un masso di circa 10kg completamente costituito da Cladocora caespitosa (valle del Mignone)

Cladocora caespitosa

 

Cladocora caespitosa è una madrepora molto frequente negli strati sedimentari della Tuscia: lo si ritrova nell'entroterra (Monteromano, area compresa tra i fiumi Mignone e Marta) e nel litorale (Tarquinia, Civitavecchia, San Giorgio, Sant'Agostino...)

Addirittura nei pressi di Bagni di Sant'Agostino ci sono interi massi costituiti da un intreccio di rami di C. caespitosa (le colonie di coralli) e inoltre alla Macchia della Turchina, ai lati di un terreno coltivato, il terreno è completamente ricoperto da rametti di questo Esacorallo, tutti di circa 1-5 cm, che formano un tappeto in mezzo a Pecten, Arca, Anadara, Ostrea, tubi di vermi...

Molto belle le ramificazioni che questi coralli formano e che la natura ha permesso di conservare (vedi le foto): sono però abbastanza fragili e spesso si separano in rametti singoli più piccoli. Ovviamente i pezzi migliori sono quelli in cui ci sono 15-20 o più ramificazioni dal "tronco" comune.

La colonia è formata da molti rami che partono da un punto comune, spesso confuso e irregolare perchè ottenuto dall'intreccio di molti rametti; questi si protraggono verso l'alto con un inclinazione particolare, senza essere paralleli ma con un angolo abbastanza acuto. Ci sono anche colonie in cui i rami sono paralleli ad altri, ma è una cosa meno comune. I singoli rami sono ornati da righe longitudinali che li attraversano, abbastanza marcate e visibili e a tratti irregolari e corrugate. In alcuni esemplari si nota molto bene una granulazione di sottofondo che disturba il percorso delle linee. La sezione è invece rotonda, attraversata da camere in multipli di sei, con una parte centrale più densa dove si congiungono tutti i setti. 

Sono le uniche madrepore mediterranee a formare strutture abbastanza importanti: nell'isola di Meleda, in Croazia, questo corallo forma quello che si può definire l'unica barriera corallina vera e propria del nostro mare, anche se molto piccola; questo fa capire anche il tipo di clima che c'era nel Pliocene, data l'abbondanza di questo corallo in quasi tutti i terreni si può ammettere che il mare era molto più caldo di oggi, permettendo lo sviluppo di intere barriere coralline a Cladocora.