Durante un mio viaggio ho avuto il piacere di esplorare un'area al di fuori dell'Italia e per me completamente nuova ed inesplorata. Si tratta di una zona a nord della cittadina di Zalau, nella Transilvania. Qui, in mezzo a boschi di conifere e vallate scavate dai fiumi, affiorano rocce abbastanza antiche che formano alti costoni ed enormi colline. Si tratta principalmente di calcari di età eocenica-oligocenica (da quanto rilevo nelle carte geologiche) che contengono una fauna marina composta da molluschi, cnidari e nummuliti: la testimonianza dell'antica Tetide, l'oceano che separava l'Africa dall'Europa e che sarebbe stato il precursore dell'attuale Mediterraneo.


Aspetti ambientali e geologici


I paesaggi della Transilvania sono mozzafiato: enormi colline ricoperte di boschi di alte conifere, che formano vallate solcate da letti di fiumi intercalate da costoni di roccia che affiorano all'esterno.

Ho visitato personalmente una piccola parte di questo bellissima zona: è visibile il percorso che ho seguito in mezzo a piane, boschi e ripidi pendii in rosso nella foto in basso a destra. In basso a sinistra ho invece voluto riportare ciò che ho trovato sulla cartina geologica della Romania: è stato abbastanza difficile trovarle e isolare la piccola parte che mi interessava, ma alla fine ho persino trovato un file aggiuntivo di Google Earth che me la visualizza direttamente sullo splendido programma.

Comunque sia, si notano varie zone nella carta:

- in bianco, sotto dicitura "qh" si hanno depositi alluvionali moderni, sulla sinistra dove scorre il fiume Somes (perdonate l'assenza della virgola sotto la "s")

- in arancio, indicato con "lf", terreno del Lattorfiano (o Rupeliano), il primo piano dell'Oligocene (circa 33,9 mln di anni)

- in ocra chiaro indicato con "pr" terreno del Priaboniano, ultimo piano dell'Eocene (37,2-33,9 mln di anni)

- in ocra più scuro, indicato con "lt" una piccola striscia che separa "pr" da "pg1+y di terreno Luteziano (40,4-48,6 mln di anni)

- in marroncino rigato, indicato con "pg 1+y" è un terreno appartenente al piano Ypresiano, primo dell'Eocene (48,6-55,8)

- il filone rossastro in alto al centro indica formazioni metamorfiche di micascisti e paragneiss.

 

I terreni che ho visitato, quelli del costone roccioso che dalla cittadina di Napradea si staglia all'orizzonte, appartengono alla dicitura "lf" nei pendii ad est e a "pr" nei pendii ad ovest, quindi si ha un passaggio di sedimenti dal Lattorfiano al Priaboniano.

Non ho trovato molte fonti sul web che mi aiutino a determinare le specie di animali che ho ritrovato in queste rocce: so solo che i vari piani contengono diversi fossili tipici, come Nummulites intermedius, Pecten arcuatus, Actinactis...


Ho recuperato diversi campioni di rocce e fossili, sia dal costone di roccia più alto (che offriva una visuale completa di tutta la valle) che dal letto del torrente sottostante: si tratta di pezzi di calcare nel costone, abbastanza poco compatto e dalla consistenza molto terrosa e fogliacea (contiene evidentemente una buona percentuale di argilla ed è quindi marnoso), pezzi di calcare giallo più propriamente detto presi dal letto del fiume e campioni di roccia metamorfica (argilloscisto) prelevati dai lati del torrente dove affiora la roccia basale delle colline. Queste rocce (tranne che quelle metamorfiche prima citate) rappresentano la testimonianza dell'antico oceano che divideva l'Europa dall'Africa per un periodo di ben 230 milioni di anni, dal tardo Permiano al Miocene: la Tetide.

I ritrovamenti più interessanti sono quelli dei calcari dei livelli più alti, datati Lattorfiano-Priaboniano (Eocene superiore-Oligocene inferiore) che contengono molluschi, echinodermi e cnidari oltre che diverse tracce di poriferi e ichnofossili. Ho raccolto diversi frammenti fossiliferi tra cui quello raffigurato sopra: contiene principalmente Pectinidae ed è molto bioturbato da quello che sembrano tracce di gallerie sul fondo del mare (che poi si sarebbe trasformato in questa marna). Oltre a questi, sono presenti quello che sembrano Ostreidae ed echinodermi che mi ricordano molto la forma di Echinocyamus, bivalvi simili a Mytilidae e Glycymerididae, cnidari simili a Cladocora completamente trasformati in cristalli di calcite, visibili nella foto sotto a destra.

I sassi trovati sul letto del fiume, invece, sono piuttosto giallastre e contengono moltissimi nummuliti, dei foraminiferi (regno Protista) molto comuni nei sedimenti cenozoici e che spesso formano intere formazioni. Secondo varie fonti web (e dopo molte ricerche spesso in lingue straniere) sono giunto al nome di una specie, Nummulites perforatus, che ha proliferato proprio nell'epoca in cui sono datate queste rocce (Eocene, secondo la carta geologica) e che quindi potrebbe classificare questi organismi. Senza un'attrezzatura specifica (microscopio e kit per preparare sezioni sottili) non posso, per ora, confermare la determinazione.

Ho trovato anche un fossile particolare: a forma di medaglione, quasi perfettamente rotondo e piatto, del diametro di circa 40 mm e perforato da vari forellini che penso possano essere stati generati da spugne come quelle delle Clionaidae. Ho inizialmente pensato che

questo fossile potesse essere un bivalve della famiglia Ostreidae o Anomiidae, ma la forma non mi convinceva. Guardando queste immagini di nummuliti giganti eocenici egiziani (LINK) mi è venuto il dubbio che questo pezzo di pietra potesse appartenere al guscio di uno di questi organismi, dato che in quel periodo potevano raggiungere anche i 12 cm1. Per ora non posso dire nulla di certo nemmeno di questo fossile.

Purtroppo il tempo a mia disposizione in questi costoni calcarei è stato molto breve, quindi non ho potuto raccogliere abbastanza fossili per costruire un particolare ambiente o creare una lista di specie.

A sinistra, il presunto nummulite gigante.


Come arrivarci



Immagini del luogo e ritrovamenti



Su questo pezzo di calcare è possibile notare quello che sembrano concrezioni di natura algale (a sinistra) e fori di poriferi scavatori (a destra); non ho tuttavia la certezza che si tratti proprio di queste strutture.



Questi ichnofossili forse rappresentano le tracce del movimento di organismi a corpo molle sul fondo del mare; potrebbero anche essere scarti organici come feci o i tubi stessi di questi animali o altri riempiti dalla sabbia.



A sinistra, quello che sembra il calco di un Glycymeris; a destra un fossile somigliante a un bivalve, magari un mitilo.



A sinistra, un gruppo molto fitto di nummuliti sul calcare giallo trovato ai piedi della parete rocciosa. A destra, calco di bivalve (forse Cardiidae?)



Nummuliti su varie porzioni di calcare giallo. Potrebbero sembrare specie diverse per le forme che presentano (sia discoidali che ovali, ellittiche o a coppa) ma, secondo me, appartengono a una sola specie e gli esemplari sono tutti sezionati secondo piani diversi (i nummuliti non sono infatti sfere perfette ma sono allungati e contengono varie disposizioni dei setti interni)


Altro calcare più compatto contenente nummuliti sezionati. Da notare, a destra, il particolare nummulite ben conservato e sezionato trasversalmente.


Galleria immagini


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Elenco delle specie fossili trovate


In allestimento...



TOTALE



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